Che cosa significa bere un buon bicchiere di vino? Risponderei citando la didascalia che si può trovare nel retro-etichetta del vino Ponteamore di viticoltori Polito.
“Vino rosso unico, ottenuto da uve che conferiscono armonia, briosità, amabilità. Brindare con esso suggella il ritrovato amore e lo rinforza”.
Oggi in questo articolo non parleremo di grandi vini che devono eccellere offrendo meditazioni e "sensazioni trascendentali"; oggi descriveremo il puro piacere di bere un bicchiere di vino suggellando questo atto con un nome molto fantasioso: "eno-terapia". Prima di addentrarci negli abissi colossali di una degustazione ci dobbiamo mettere comodi; alla mano un calice di "questo spensierato vino", dopodiché abbiamo bisogno di una poltrona comoda, "della soppressata bella grassa", pane con olio e, per i più fortunati, una cassetta musicale originale dell'album Kind of Blu di Miles Davis 1959, preparandoci all'ascolto di So What. Il piacere delle imperfezioni della bobina che striscia inesorabile sul nastro magnetico è qualcosa che nessun mezzo digitale può trasmettere, così come l'imperfezione di alcuni vini sono irraggiungibili da quei prodotti standardizzati per pseudo borghesi che si atteggiano dopo che hanno bevuto un Fiano di Avellino DOCG "pluristellato", ripetendo con enfasi la percezione della mela verde brasiliana che si può evincere all'olfatto ( la mela ha origini asiatica tra l'altro). Quale altro piacere potrebbe dare l'esser sommelier se non provare con disinteresse qualsiasi prodotto che il panorama enologico possa offrire senza pregiudizi; ma miei cari signori lettori....... parlerei del vino a questo punto, anche se febbricitante e spossato dall'allergia al polline e polvere che rende questo mestiere maledettamente difficile. Intanto le note di basso del pezzo del Miles ci solleticano la nostra vena ritmica scandendo l'accento della musicalità con la testa, ed è inevitabile iniziare a sorseggiare un poco di vino. Mi colpisce la densità del colore e la sua essenza porpora che mi proietta in bellissimi campi di violette incontrati nell’ infanzia quando visitai la Grecia; ed è proprio il fiore a governare le redini olfattive di questo "vinello" così semplice ma altrettanto piacevole, abbandonandomi al piacevole solletichino che le bollicine provocano nel mio palato. Ahimè!!! potrei scrivere un intero trattato sul magnifico potere che ha nel palato la bolla ma, trattenendomi, spiego semplicemente gli effetti che provoca sull'abbinamento col cibo. L'anidride carbonica rappresenta la massima espressione della durezza nei vini e può essere tranquillamente abbinata a cibi grassi, in particolari prodotti insaccati e salumi che riecheggiano nella produzione Cilentana. Nella patria dei vini rossi frizzanti, la Romagna, gli esperti riescono a condurre interi pasteggi con i loro Lambruschi frizzanti, magnifici nel colore e affascinanti nella presa di spuma che diventa subito evanescente nel bicchiere; essenza di fiori freschi all'olfatto e frutta rossa incantevole si rendono piacevoli nel palato lasciando pieno spazio a due fette di Mora Romagnola o Mortadella che trovano perfetto equilibrio e armonia con il vino. Forse al Cilento potrebbero mancare prodotti caseari degni di codesta nota? Soppressata di Gioi, salame del Vallo del Diano sono "compagni d'armi" con la Mora romagnola, e il nostro Ponteamore potrebbe essere tranquillamente il Gragnano Cilentano, così come "questo", diversi decenni fa, non sapeva di essere degno fratello del Lambrusco Romagnolo o del Dolcetto D'Alba frizzantino piemontese.